Nel quarantennale della scomparsa di Pier Paolo Pasolini (1975-2015) questo spettacolo vuole essere un omaggio allo ‘scandalo’ di Pasolini. Pasolini chi? Solo smontando e togliendo Pier Paolo dalla naftalina è possibile ri-trovarlo specie per i più giovani ignari del tutto della vita ma soprattutto del pensiero e del contributo alla società civile che l’opera del poeta di Casarsa continua a dare a tutti noi. Uno spettacolo che è fuori dagli schemi, fuori dalle convenzioni su Pasolini. Chi partecipa a quest’opera come spettatore può cogliere spunti importanti per sentirsi partecipe di una storia più grande. Lo spettatore è al centro della scena è per lui che nasce “Pa”. Gli attori sono di volta in volta personaggi vivi dei nostri tempi non mummie del passato. Vivono in quell’istante teatrale, ci dicono di noi, dei nostri tempi, delle nostre incertezze, dei nostri amori,delle nostre aspettative. Pasolini o non Pasolini? Una donna lo cerca per capire il mondo in cui vive, un’altra lo vuole come marito, uomo, compagno. Lui non si dà pace vuole capire il mondo in continua trasformazione. Ma lo sguardo sulle cose sui fatti è contemporaneo a noi. Noi siamo investiti anzi travestiti da Pasolini. Un uomo è lì che aspetta da anni e non comprende perché non può comprendere, non sempre riusciamo a svelare le cose. Un atto d’amore: è questo lo spettacolo. Un atto d’amore verso noi stessi, grazie alla vita di Pasolini che si è dato per tutti noi. Forse in questa chiave Pier Paolo può ritornare a nuova vita, forse può essere ancora lo specchio in cui guardarci, forse, anzi deve essere l’occasione per ripartire, per risorgere. Non è uno spettacolo su Pasolini ma per Pasolini. L’anima, il motore di questo grande carosello teatrale che è “Pa” è la voglia di trovarsi. Quattro attori che si dichiarano tali dall’inizio dello spettacolo sino alla fine presteranno i propri corpi in un continuo gioco di travestimento attraverso suoni, lingue, canti, svelando anche momenti poco conosciuti della vita di Pasolini. Alla fine tutto si chiude alla perfezione perché il teatro è il luogo,qui,della manifestazione della vita. Non si conoscerà nel nostro spettacolo Pier Paolo Pasolini nato il giorno tale di quell’anno in quel paese con quel corpo e quel modo di parlare ,ma,si conosceranno, nel nostro spettacolo, parti di un infinito. Il nome Pasolini qui diventa un modo di pensare, di essere, di sognare: che può appartenere a tutti al di là del proprio credo, convinzione politica e scelte di vita, attraversando incontri con Ezra Pound, Maria Callas e i liceali di Lecce.