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Un tempo lontano, lontano, la notte del 6 gennaio a Binetto avvenivano degli eventi straordinari: gli animali ricevevano il dono della parola e venivano interrogati da un’alta signora vestita di nero, coperta da un ampio mantello con un largo cappuccio e con in mano una grande falce munita di campanella: la Morte.
A notte inoltrata, la Morte percorreva tutto il paese e si fermava innanzi alle porte ed ai cortili; interrogava gli animali domestici sul comportamento dei loro padroni con i loro simili e su come gli stessi trattavano gli animali. La Morte ascoltava silenziosamente e a volte ch’taiv* lo stipite della porta d’ingresso. Quel gesto stava ad indicare che qualcuno in quella casa sarebbe morto entro l’an...no appena iniziato.
Per questo, nel pomeriggio del 5 gennaio i padroni per accattivarsi la fiducia dei loro animali, raddoppiavano la razione di cibo ed ogni componente della famiglia non dimenticava di passare dalla stalla. Quindi la sera le famiglie si riunivano e condividevano ciò che di buono la civiltà contadina metteva loro a disposizione (l’Abbegnavocc)**.
Si trascorrevano momenti di allegria e sebbene consapevoli dell’imprevedibilità del futuro, confidavano nell’aiuto del buon Dio. Nel tardo pomeriggio il sacrestano del paese, con un teschio in mano, passava per le strade e bussando a ogni uscio diceva: “Morte mia Morte non ammazzarmi stanotte, ammazzami domani mattina affinché veda la mia Sabbellina”. Alla fine del giro il sagrestano racimolava qualche centesimo di lira.
Per convincere gli increduli sugli eventi che sarebbero avvenuti nella nottata, la più anziana della famiglia raccoglieva intorno a se tutti, grandi e piccini e, rigorosamente in dialetto, raccontava “la storia di Commà Cigl’”, una binettese vissuta tanti anni or sono che spavaldamente si vantava di non credere all’esistenza della Morte e, ancor di più, al fatto che la Morte, la notte dell’Epifania, passasse per i vicoli del paese.
Per molti anni, la vigilia dell’Epifania a Binetto, ogni famiglia ha continuato a organizzare l’Abbegnavocc e ancora oggi staremo nel cuore del centro storico del paese per passare una serata in compagnia e a raccontare la storia di Commà Cigl’ a monito per gli increduli che spesso dimenticano che la vita è imprevedibile.