Dopo il successo della tournée che l’ha vista esibirsi nei più bei teatri nazionali, la Cricca ritorna a Taranto con una serata evento al teatro Orfeo per festeggiare con il suo pubblico i venti premi vinti nel corso dell’anno scorso, con la commedia ‘Questi figli amatissimi’ di Roberta Skerl con la regia di Aldo L’Imperio.
Una commedia frizzante e mai cosi attuale, ricca di tutte quelle emozioni, paure, soddisfazioni, rimpianti che smuovono la quotidianità della vita familiare. Questo e molto altro abbiamo deciso di portare in scena e, come tradizione ormai per “La Cricca”, abbiamo deciso di farlo raccontando una storia in cui si possono rispecchiare in tanti, facendola vivere al pubblico in maniera leggera e comica ma senza mai rinunciare a regalare quella sensazione di star scrutando la vita di una semplice famiglia e di riveder se stessi, le preoccupazioni per dei figli che non si riescono a sistemare e la consapevolezza che di essere genitori non si smette mai.
L’Autrice spiega come è nata l’idea di scrivere questo lavoro, in realtà una tragi-commedia, in cui la componente comico-brillante nasce soprattutto dalle situazioni che si creano, più che dalle singole battute, che pure non mancano. Roberta Skerl, infatti, ha studiato i comportamenti di oggi dei giovani e giovanissimi, ai quali i genitori non oppongono alcuna resistenza nè tanto meno ribellione; ai figli si perdona tutto, si consente tutto, anche rinunciando a insegnare loro come si deve vivere e come comportarsi nel loro stesso interesse; insomma, un buonismo e un permissivismo che, purtroppo, non pagano, specialmente se si confrontano con quanto avveniva una o due generazioni fa. Così nascono e prendono forma, nella mente della commediografa, alcune situazioni che sono paradossali e al limite dell’assurdo, ma che in effetti ricalcano fedelmente tematiche e fatti presi dalla realtà. Insomma, realismo allo stato puro; e secondo la nostra migliore tradizione cinematografica e teatrale!
La storia ci racconta la vita di Anna e Giulio, una coppia dei nostri giorni, che vorrebbe godersi qualche anno di tranquillità, avendo già in qualche modo pensato ampiamente ai figli, Federica e Gabriele. I due cominciano quindi a rilassarsi, credendo quasi concluso il proprio compito, allorquando si trovano invece a dover affrontare una serie di eventi inaspettati. I figli ormai grandi, e bramosi di indipendenza, si rivelano in realtà meno autonomi e meno maturi di quanto ci si aspettasse e i due coniugi, anziché andare “in pensione” da genitori, sono di nuovo costretti a rimboccarsi le maniche per risolvere i problemi dei loro figli amatissimi. Federica infatti abbandona uno stage costosissimo a Londra, per amore di uno studente finlandese, mentre Gabriele, biologo molecolare con vocazione eco-ambientalista, si sposa e se ne va in campagna a piantare zucchine. In tutto questo, riesce pure a farsi lasciare dalla moglie. La famiglia si ritrova, quindi, riunita di nuovo sotto lo stesso tetto, facendo così esplodere incomprensioni, insopportabilità reciproche, ma anche tanto affetto.