dove: | Auditorium "Musica D'Attracco" Via Procaccia |
data: | da mercoledì 22 gennaio 2014, alle 21:00 a venerdì 24 gennaio 2014, alle 00:00 |
intrattenimenti: | |
info sul luogo: | L'evento si svolge al coperto |
Qui trovi maggiori informazioni su questo evento |
Organizzazione: | Zingari In Viaggio |
Referente: | Monica Veneziani |
E-mail: | Contatta il referente |
Telefono: | 3286221510 |
"Tutto il mio folle amore", un esperimento teatrale che non vuole raccontare Pasolini, ma farlo vivere attraverso il suo "sentimento poetico", tradotto nel corpo e nella voce degli attori. Pasolini torna, e gia’ tornando esprime un chiaro messaggio: la vita e’ ancora possibile. Pasolini torna a sentire e a raccontare il presente, non solo con la sua ipotetica parola, ma soprattutto attraverso alcuni dei suoi soggetti privilegiati, occasioni potentissime di vita nella morte. Lo spettatore sara’ implicato in una simbolica catabasi che obbliga lo sguardo a osservare, e quindi conoscere, tutto cio’ che esso e’ dis-umanamente abituato a vedere con pacifica indifferenza. Il migrante, l'omosessuale, la prostituta, il barbone: la geografia sociale del sacro, disposta sul palco come l'ultimo fiore dell'ultimo giardino. E poi gli spettatori, allegoria del mondo, vivo ma forse piu’ morto, coro forzato al silenzio. Pasolini parla del sacro attraverso il sacro. E’ nelle bocche di queste "anime salve" che il mondo puo’ respirare bellezza. E queste anime si tengono per mano, perche’ hanno in comune un immenso bisogno di vita. Storie intrecciate, stratificate, quasi giustapposte in un'estetica caoticamente babelica e televisiva. Storie di singole voci che cantano a se stesse, quasi consapevoli di essere derubate del vero senso delle parole: un interlocutore. Voci che gridano al mondo -e al pubblico- il loro diritto di esistere, di essere diverse, di diventare parte di quel luminoso marchingegno chiamato futuro. In una struttura apertamente irrisolta, lo spettacolo mira a creare nell'animo dello spettatore gli interrogativi che sono alla base del con-vivere civile, cercando di disincarnarli dalla retorica per riproporli nella loro urgenza drammatica e fisica. Perche’ la vita e’ prima di tutto una domanda, non una risposta. La struttura orizzontale, come il litorale da cui salpano le navi verso il viaggio ignoto, e’ per noi l'unica possibilità di intervenire nel cuore delle cose: non vogliamo dare un'opinione, ma dire la realtà attraverso la realta’, secondo quel metodo tanto caro al cinema pasoliniano. Disorientare, non proporre una soluzione. Mettere in scena il cuore. Perche’, in un universo perfettamente intrappolato nel cinismo adulto della politica, tutto quello che ci piacerebbe dire, nel nostro piccolo, e’ che per salvarsi ci vuole semplicemente Amore.